Google+ Dolci tra le righe: marzo 2014

31 marzo 2014

Come inciampare sul principe azzurro di Anna Premoli con Nutellotti


 Inizio col dire che questo è uno dei miei libri preferito in quanto è fresco, dolce, divertente e molto romantico! È il classico libro che va tenuto sul comodino e che va letto quando si ha bisogno di svagarsi un po’ e di non pensare alle cose brutte della vita.
 Come inciampare sul principe azzurro è una commedia romantica che ha la capacità di farti passare qualche ora all'insegna del buon umore e col sorriso sulle labbra. Nessuna lacrimuccia scenderà dai vostri occhi leggendolo!!
 La storia è racconta in prima persona dalla protagonista e narra le avventure e disavventure di Maddison Johnsson, ragazza londinese amante dello shopping sfrenato, degli uomini biondi con gli occhi azzurri e che non trova alcuno stimolo nel lavoro che fa.

“Io faccio parte di un team che si occupa di fusioni ed acquisizioni estere, siamo una decina di persone completamente dedite al lavoro. O meglio, gli altri nove sono estremamente dediti, io faccio finta. Ma sono davvero brava a fingere.” 

Quando si presenta l’occasione di un trasferimento in un’altra sede della compagnia per cui lavora, si propone per New York. Quale posto migliore della grande mela per fare spese pazze?
 Ma la compagnia gli gioca un brutto scherzo. Invece dell’America, la sua metà sarà Seul. Potete capire tutti la disperazione di Maddy alla notizia del trasferimento in Corea del Sud. Ma non è finita qui, infatti scopre che l’irritante e severo uomo che gli è stato appena presentato, sarà il suo capo per il prossimo anno. Mark Kim, poco più che trentenne, alto un metro e novanta, occhi a mandorla e fisico da urlo è il classico tipo da cui Maddy vuole tenersi alla larga in quanto è uno di quegli uomini odiosi che amano il proprio lavoro, pensa sempre al lavoro e che passa 14 ore al lavoro.. tutto il contrario della nostra ragazza! Tra i due è odio a prima vista.

“Mi sembra un ragazzo cinese, gli occhi sono molto espressivi ma chiaramente a mandorla, indossa un completo grigio scuro di evidente taglio sartoriale, perfetto e impeccabile. Ha un aspetto molto serio, fin troppo se sapete cosa intendo… ho sempre odiato tipi simili.” 

L’inizio non è dei migliori, Maddison nonostante le lamentele e le suppliche viene mandata a Seul dove dovrà vedersela con un’altra cultura, cibo schifoso (sono parole sue non mie!) e uomini tutti più bassi di lei che è alta niente popò di meno che un metro e ottanta.
 Senza contare che il nostro signor Kim si aspettava una collaboratrice volenterosa ed esperta nel lavoro che fa e non perde occasione per criticare la ragazza ogni volta che può.

 “Effettivamente non ho assolutamente niente a che fare con tutti gli altri che credono davvero che il lavoro nobiliti l’uomo. Nessuno riuscirà mai a convincermi di una cosa simile. Come può essere meglio lavorare invece di dormire?” 

Come darle torto?!!

 Comunque, come spesso accade nei libri (e non solo), l’odio porta a qualcos'altro di più piacevole ma di altrettanto insidioso per i due protagonisti. L’attrazione reciproca è dietro l’angolo e i due ragazzi dovranno fare i conti con questo nuovo sentimento che fa breccia dentro di loro.

 Lascio a voi decidere cosa accadrà, o meglio vi invito a scoprirlo leggendo Come inciampare sul principe azzurro. Non ve ne pentirete!! L’unico inconveniente è che finito il libro vi chiederete: perché a me non succede così? Perché no? Perché?!!
 Ma, aimè, la finzione è diversa dalla vita reale, quindi se volete sognare un po’ e immergervi in un romanzo che si fa leggere molto volentieri, in modo scorrevole e che vi strappi qualche risata prendete Come inciampare sul principe azzurro di Anna Premoli e immergetevi nella favola!


La ricetta: i Nutellotti.

26 marzo 2014

Non buttiamoci giù di Nick Hornby con Tiramisù all’arancia



In occasione dell’uscita al cinema del film tratto da questo libro ho deciso di parlarvi di Non buttiamoci giù che è la storia di quattro sconosciuti che si ritrovano la notte di capodanno sul tetto di un palazzo, tutti con l’intendo di buttarsi di sotto. Ognuno ha le proprie motivazioni.

Martin:
Se posso spiegare perché volevo buttarmi dal tetto di un palazzo? Certo che posso spiegare perché volevo buttarmi dal tetto di un palazzo. Cavolo, non sono mica deficiente…In breve: non avevo abbastanza motivi per fermarmi, e ne avevo in quantità per buttarmi.
Maureen:
Mi ha rovinato la vita, ma era sempre mio figlio e non lo avrei visto mai più..
Jess:
Allora mi sono sentita addosso tutto il peso – il peso della solitudine, di tutto quello che era andato male… Buttarmi sembrava l’unico modo per liberarmene, per far girare la ruota in mio favore invece che contro di me; mi sentivo così pesante che ero sicura che avrei sbattuto contro la strada in un niente.
JJ:
La mia vera vita… non era la vita che stavo vivendo, motivo forse per cui mi è venuta voglia di buttarla via. La vita che vivevo non mi permetteva di essere.. non lo so, di essere quello che pensavo di essere. Mi sembrava di camminare in una galleria sempre più stretta e buia, e che aveva iniziato a riempirsi d’acqua, e io dovevo stare tutto gobbo, e davanti a me c’era un muro di roccia e gli unici attrezzi che avevo erano le unghie. 
Il primo a salire sul cornicione è Martin, un ex conduttore televisivo che si è giocato la brillante carriera e la famiglia (moglie e due figlie) andando a letto con una quindicenne. Mentre è seduto a bersi l’ultimo goccetto prima di saltare arriva Maureen, signora di mezza età, senza marito e senza lavoro, alle prese da vent’anni con un figlio autistico. A questo punto si aggiunge Jess, diciottenne scapestrata che è stata appena mollata dal ragazzo; in fine c’è JJ, un musicista fallito che si è ritrovato a fare consegne di pizze per lavoro. 

Sono quattro persone completamente diverse accomunate solo dalla voglia di farla finita. Ma dopo aver discusso tra loro si ritrovano tutti e quattro al piano terra, passando per le scale si intende, a formulare un patto di complicità, se non di amicizia, che li legherà per molto tempo. Decidono di darsi ancora un paio di mesi per vedere se le cose nelle vite di ognuno possano migliorare. 
Si forma così una sorta di banda, gruppo o gang dove ciascuno a modo loro cerca di aiutarsi e aiutare l’altro, con scarsi risultati. 
Finché un giorno si ritrovano ad assistere ad un vero suicidio, ed è li che le cose cambiano. Si rendono conto di quello che volevano fare e dopo un esame di coscienza capiscono che nessuno aveva davvero intensione di buttarsi dal tetto. Ma i problemi della vita restano e dovranno iniziare a fare i conti con le conseguenze delle azioni del passato, e a trovare dei validi motivi per essere felici. 
Ne leggerete delle belle!! 

Consiglio davvero questo libro che nonostante il tema trattato è a tratti davvero ironico e divertente. Lo scrittore è stato molto abile nel delineare il carattere di ogni protagonista, e si nota subito in quanto il libro è scritto in prima persona da ciascun personaggio. Ed ogni capitolo è scritto come se chi narra parlasse direttamente con il lettore, quindi troverete quattro tipi di scrittura diversi: quella forbita di Martin; quella allucinante di Jess; quella più poetica di JJ e quella semplice di Maureen. 

È davvero interessante come Nick Hornby sia riuscito ad unire quattro persone completamente diverse sia di età, che di classe sociale e di interessi, in un gruppo così unito e solidale. È una storia assurda nelle situazioni ma anche realistica specie sulla vita, e sul senso che ognuno di noi le da.



Ci sono molte verità in questo libro, ma quella che mi è rimasta più impressa è quella di JJ che dice: 
Il problema della mia generazione è che ci sentiamo tutti geni del cazzo. Far qualcosa per noi non è abbastanza, e neanche vendere qualcosa, o insegnare qualcosa o solamente combinare qualcosa: no, noi dobbiamo essere qualcosa. 
Credo che JJ sia il mio preferito tra fantastici quattro! Lui ama la musica con tutto se stesso e non riesce a trovare un posto nel mondo adatto a lui senza di essa. Anche l’assurda Jess mi è restata nel cuore.. l’avrei strozzata spesso e volentieri se solo mi fosse capitata a tiro, e non so come gli altri tre abbiano resistito tanto!

Ognuno di loro in qualche modo è da prendere a schiaffi a volte, ma devo dire che alla fine del libro si sente la loro mancanza. Si ha quasi l’impressione di aver salutato quattro amici un po’ molesti, casinisti e spesso imbarazzanti che se ne sono andati, magari a fare un viaggio e chissà quando li potremo rivedere. Sicuramente la prossima volta che aprirò il libro me li ritroverò tutti la ancora con i loro problemi!! 

Detto questo vi lascio al libro, che consiglio di leggere perché è davvero molto carino, certo non è un super capolavoro ma vi farà passare delle ore molto piacevoli!


La ricetta: Tiramisù all'Arancia.


22 marzo 2014

La Strada Per Virgin River di Robyn Carr con Apple Pie




 Se le storie romantiche a lieto fine sono il vostro forte, La Strada Per Virgin River di Robyn Carr è quello che fa per voi!
 Primo di una lunga serie - in Italia siamo a quota 18 - parla di una giovane donna, Mel, che dopo la morte del marito Mark, coinvolto in una rapina mentre tornava a casa dal lavoro, decide di lasciare la caotica Los Angeles per terre più tranquille.

 Infermiera specializzata e ostetrica, decide di accettare il lavoro di assistente medico di un  paesino di montagna. Ma quando arriva a destinazione, niente è come le è stato promesso, a partire dal bellissimo chalet che doveva ospitarla, che si rivela essere un rudere che cade letteralmente a pezzi.
“Non era affatto un adorabile chalet. Era una capanna dal tetto aguzzo, con una veranda che però sembrava attaccata al corpo principale solo da un lato. L’altro era in parte crollato e appariva pericolante. Le assicelle di legno che ricoprivano i muri erano scurite dalle intemperie e dagli anni e una finestra era tappata da assi inchiodate. Non c’era luce all'interno né all'esterno, e nessun invitante pennacchio di fumo usciva dal comignolo.”
 Il burbero dottore in oltre, la snobba apertamente dichiarando più volte di non avere affatto bisogni di un’assistente, trattandola male e in modo rude.
 Insomma, la graziosa cittadina, la vita tranquilla e il lavoro onesto, non sono quello che le era stato promesso.
“Lungo la strada Mel contò una dozzina di case, tutte vecchie e in cattivo stato. «E dov'è la scuola?» domandò. «Quale scuola?» «Quella delle foto che mi ha mandato.» «Non capisco di che cosa parla. Qui non abbiamo una scuola, non ancora.» «Dio del cielo...» gemette Mel. La strada era abbastanza ampia, ma deserta e priva di lampioni. La signora McCrea doveva aver rovistato tra i vecchi album per pescare le foto, o forse le aveva scattate in qualche altro posto.”
 Mel delusa decide di ripartire e di raggiungere la sorella a Colorado Springs, dove spera di guarire le ferite del cuore.
 Ma un imprevisto la trattiene a Virgin River e tra parti in casa, neo mamme impaurite e qualche taglio da ricucire, passano le settimane e Melania alla fine decide di dare una possibilità alla città ma soprattutto a Jack, ex marines e proprietario dell’unico locale del paese, che si trova difronte alla clinica medica.

 Il libro è molto scorrevole e ben scritto. Ho adorato Mel, una donna ferita ma anche forte e caparbia, in grado di rialzarsi, anche se a fatica.

 Ma la descrizione dei posti forse è quello che mi è piaciuto di più. Robyn Carr con le sue parole è capace di rendere il lettore parte dei luoghi del libro.
 I personaggi di contorno poi sono ben caratterizzati. Infatti La strada per Virgin River non è incentrata esclusivamente su Mel e Jack, ma ci parla anche degli abitanti del paese, che poi rincontreremo nei libri seguenti.

 Ho apprezzato molto anche il tema trattato nelle pagine dedicate a Ricky e Liz, sull'amore e sul sesso tra adolescenti e non vedo l’ora di scoprire come finirà la loro storia.

Bellissima e commovente, la scena dove Mel sfoga il dolore per la morte di Mark, sotto una pioggia scrosciante con Jack che la sostiene e la aiuta. Lacrime a volontà!
“Il pianto l’aveva afferrata e travolta, come una marea, e le sue gambe stavano cedendo. Jack insinuò le braccia sotto quelle di lei e la tenne in piedi, mentre la pioggia cadeva e li inzuppava. «Oh Dio, Dio, Dio» gridava lei. «Dio, Dio!» «Sì» sussurrò lui. «Va bene così. Sfogati. Butta tutto fuori.» «Perché, perché?» ululò Mel ansimando. Il suo corpo tremava e sussultava, scosso dal pianto.”
 L'unico "difetto" se così lo si può chiamare, è riconducibile a Jack. Non che sia un personaggio negativo, assolutamente, anzi è tutto l'opposto. L'ho trovato un po troppo idealizzato: è comprensivo in ogni occasione, dolce e amorevole, non si arrabbia, non perde la pazienza. E' semplicemente troppo perfetto.
 Soprattutto in confronto al personaggio di Mel, che con le sue incertezze, l'elaborazione del lutto, la paura per il futuro, è molto più reale e veritiero.

 Forse sono io che ho poca fiducia nell'umanità. Oppure devo trasferirmi a Virgin River per trovare un uomo così. Dicono che lì l'acqua è davvero buona!

 Il 6 dicembre uscirà su Netflix la prima stagione della serie Virgin River tratta dal romanzo. Vi lascio il trailer. Io non vedo l'ora!!



La ricetta: Apple pie o Torta di mele Americana

17 marzo 2014

Sex and the Country di Ree Drummond con Rotolini alla cannella (Cinnamon Rolls)



Se qualcuno dovesse chiedermi se mi è piaciuto questo libro non saprei proprio cosa rispondere!
La storia scritta da Ree Drummond è molto semplice, narrata in prima persona e autobiografica.
Ree è una ragazza di città che dopo aver lasciato il suo fidanzato decide di prendere una pausa e si trasferisce nella cittadina dei genitori dove incontra uno splendido cowboy che alleva mucche e coltiva la terra. E manco a dirlo si innamora di lui e da ragazza vegetariana di Los Angeles tutta impettita, attenta alla linea e sempre truccata si trasforma in una super mangiatrice di carne e patate che veste con comode camicie a scacchi e aiuta a misurare la temperatura del bestiame infilando un lungo termometro…ehm.. li, nel popò della povera e ignara bestia che per ricambiare la ricopre di.. potete immaginare. Si, che schifo direte voi e lo dico anche io!!!!
“Alcuni anni fa incominciai a scrivere la storia di come conobbi e sposai mio marito. …Con mia grande sorpresa, i lettori risposero… e mi chiesero un altro capitolo. Lo scrissi quella sera stessa. Il secondo portò a un terzo, e a un quarto. Incoraggiata, iniziai a postare ogni settimana una puntata della mia storia d’amore, concludendola sempre con un crescendo di suspense e tensione romantica. Divenne parte integrante della mia routine di blogger per oltre diciotto mesi, e gli amici e i lettori mi accompagnarono passo dopo passo lungo il cammino.”
Nonostante questa premessa che troviamo all'inizio di Sex and the Country mi aspettavo che il libro fosse uno di quei divertenti romanzi in stile Sophie Kinsella (di cui parlerò sicuramente più avanti) divertente e spiritoso che è facile trovare in giro da qualche tempo a questa parte e che personalmente adoro. Invece mi ritrovo a leggere questo libro con uno stile di scrittura che non amo particolarmente che è molto più adatto ai blog (infatti è tutto partito dalla pagina della Drummond) e poco indicato per un libro che viene letto dall'inizio alla fine.
Nonostante il modo di scrivere sicuramente questo romanzo ti strappa qualche sospiro estatico e qualche sorriso come quando la protagonista scopre qual è il regalo che il nostro cowboy dona alla futura moglie per il matrimonio:
“«Felice matrimonio», mi disse dolcemente, appoggiandosi alla parete e facendo un cenno verso il centro della stanza. I miei occhi si abituarono alla luce… e piano piano misero a fuoco quel che c’era davanti a me. Non era un carlino. Non era un diamante o un cavallo o un braccialetto d’oro scintillante… e nemmeno un frullatore. Non era un amorino. Davanti a me, circondato dalle balle di fieno sparse qua e la, c’era un tosaerba a motore verde sgargiante. Un tosaerba John Deere molto verde, molto grosso, molto meccanico e molto pieno di carburante.”
Devo dire però che una volta finito di leggere questo libro non mi ha lasciato molto.
Ho trovato la descrizione di tutto il cambiamento di Ree molto superficiale e mi ha lasciata anche un po’ perplessa il fatto che la protagonista sembra non si lasci mai andare davanti al marito cercando di apparire sempre perfetta e padrona di se anche mentre partorisce: mia cara è tuo marito, è normale che ti veda per come sei anche nei momenti peggiori, rilassati!! Credo che in un rapporto si debba dare tutto al proprio partner anche le cose meno carine mentre mi ha dato l’impressione che lei gli precluda la parte più vera e reale di se stessa.
Un'altra cosa che non mi è piaciuta, anzi mi ha dato proprio sui nervi è che Ree chiama il marito col nomignolo che gli ha dato la prima volta che l’ha visto “Marlboro Man” e non ci fa MAI sapere il vero nome di questo angelo sceso in terra rude ma gentile, silenzioso ma che ride molto e che adora “i film di sommergibili, quelli con Schwarzenegger e Via col vento”.
Uhm.. difficile da trovare un uomo così; beata lei!!!
Una cosa molto carina invece è il ricettario che troviamo nelle ultime pagine di Sex and the Country dove la scrittrice ci svela alcune delle ricette che prepara a maritino e da cui ho preso spunto per la ricetta dei rotolini alla cannella.
Concludo col dire che è un romanzo leggibile, un po’ insipido (usando termini di cucina) ma che si legge in poco tempo.
 Ps: per chi sia interessato il nome del marito, meglio conosciuto come Marlboro Man (impossibile da dimenticare visto che lo ripete ogni 3 righe) è LADD. Alla fine l’ho scoperto pappapero!!

La ricetta: Rotolini alla cannella.


11 marzo 2014

Non cercarmi mai più (ma resta ancora un po' con me) con Bignè fragole e panna


Lui, Drew Evans: super attraente, arrogante, ricco e che fa stragi di cuori. Lei, Katherine Brooks: brillante, bellissima e molto intelligente.. lui è il capo di lei, si incontrano e si innamorano. Già visto, già letto.. e invece no! 
Si ok, questo genere di protagonisti li abbiamo visti in mille film e abbiamo letto storie simili in diecimila libri ma quella che viene raccontata in  Non cercarmi mai più di Emma Chase è una storia un po’ differente rispetto alle altre. Prima di tutto è il nostro maschietto (e che maschietto!!) Drew che racconta la storia dell’incontro tra lui e “Katherine Chiamatemi-Tutti-Kate Brooks”  che avviene prima in un bar poi nell’azienda del padre di Drew dove si ritrovano a lavorare insieme a stretto contatto, e di contatto ce ne sarà molto!!!
Il protagonista ci racconta la vita prima e dopo l’incontro con Kate. Nelle prime pagine lo ritroviamo spalmato sul divano ad auto-commiserarsi per come è inaspettatamente andata la sua vita.

“Vedete quello zozzo e irsuto ammasso sul divano? Il tipo con la maglietta grigia e sporca e i pantaloni della tuta strappati? Sono io, Drew Evans. Di solito non sono così. Insomma, quello non è il vero Drew.”

Influenza. Si dice malato di influenza, ma noi sappiamo bene che il malessere che prova non è affatto un raffreddore!

“Mi appoggio il cuscino sopra la testa. Non perché ha il suo profumo… ma per non sentire i colpi insistenti.”

Passerà infatti poi a raccontarci, come se stesse davvero parlando con noi lettori, il che è davvero divertente, le vicende accadute negli ultimi mesi. È un libro molto carino e ne leggerete delle belle!!

“Un tempo la mia vita non era niente male. Anzi, era perfetta. E poi è andato tutto in  merda. Oh, volete sapere come? Volete sentire la mia storia? Va bene, allora. Tutto è iniziato pochi mesi fa, un normale sabato sera. Be’, normale solo per me.”

Troviamo inoltre non la solita protagonista “bella ma che non lo sa” o “sono tutti innamorati di lei ma non se ne accorge”… insomma non la tipica ragazza insicura che corre dietro ad un uomo ricco e bello che non se la fila finché non si toglie gli occhiali da secchiona e si mette un bel vestito (e francamente sono stufa di queste galline senza cervello che non hanno un briciolo di spina dorsale che girano in questo periodo nei libri ) ma una donna forte, orgogliosa e determinata che da del filo da torcere al grande seduttore.
E tra scene esilaranti, cene imbarazzanti e sguardi che incendiano il nostro narratore trova anche il tempo di dare a noi povere lettrici donne dei consigli su come la pensano gli uomini e sui loro comportamenti.

“Per le donne sintonizzate là fuori, lasciate che vi dia un consiglio non richiesto: se un ragazzo che avete appena incontrato in un locale vi chiama piccola , tesoro, angelo, o con un altro generico vezzeggiativo, non fate l’errore di pensare che vi abbia affibbiato un nomignolo perché è interessato a voi. Vi chiama così perché non riesce a ricordare il vostro vero nome. O non gli importa.” 

 Dovete leggere assolutamente il primo libro di Emma Chase perché anche se non condividerete molto spesso le riflessioni del protagonista, imparerete ad amare Drew che vi conquisterà con la sua schiettezza e genuinità.
Poi è sempre interessante leggere di come funzioni la mente maschile e paragonarla con i pensieri femminili!! Sarete anche piacevolmente sorpresi dai personaggi di contorno che troverete nel libro come gli amici di Drew, o la sorella maggiore del protagonista Alexandra, chiamata anche “La stronza” e la simpaticissima e dolcissima nipotina Mackenzie che se ne va in giro con il barattolo delle parolacce che viene puntualmente riempito dagli adulti che girano li intorno.

" «Sei una casalinga, il che è encomiabile, non fraintendermi. Ma dovrebbe conoscere anche qualche donna in carriera. E per l’amor del cielo, non farle guardare Cenerentola. Che esempio è mai quello? Una cretina senza cervello che non si ricorda neanche dove ha perso la scarpa, e che deve aspettare il primo scemo in calzamaglia che gliela riporti. E che cazzo!». Dopo quel breve discorso non sono sicuro di quanto devo sborsare. Passo a Mackenzie un pezzo da dieci. Non ho detto che quel barattolo le avrebbe pagato il college? Intendevo la facoltà di legge. E comunque devo trovare un bancomat al più presto.”

Quindi parlo a voi, o donne (e forse anche a qualche uomo) innamorate delle storie di amore/odio o meglio, come in questo caso di odio/amore: leggete Non cercarmi mai più, libro irriverente e a tratti bollente, perché anche se la storia non sarà il massimo dell’originalità, il tipo di scrittura cambia le cose!
 Vi lascio con una delle gang che mi hanno fatto ridere davvero con le lacrime agli occhi e spero che vi invogli a leggere il libro.

“… Ma prima che Matthew possa rispondere, anche Mackenzie ci mette del suo. «Non penso che zio Matthew possa venire, mamma. Lui fa lo schiavo della passera. Cos’è passera, papà?». Appena le parole lasciano le sue angeliche piccole labbra, esplode un’orrenda reazione a catena: Matthew cerca di ingozzarsi infilandosi in bocca un’oliva di troppo, che vola fuori e colpisce Steven dritto in un occhio. Steven si piega, e con una mano sull’occhio grida: «Mi hai preso! Mi hai preso!», e poi inizia a dire che il sale della salamoia gli consumerà la cornea. Mio padre inizia a tossire. George si alza e gli picchia una mano sulla schiena mentre chiede non si capisce bene a chi se per caso non debba praticare la manovra di Heimlich. Estelle urta il suo bicchiere di vino rosso, che si sparge alla velocità della luce sulla tovaglia di pizzo di mia madre, non dà cenno di voler pulire il pasticcio, e invece intona: «Oh, mio dio, oh, mio dio». Mia madre corre in giro per la stanza come un pollo cui hanno appena mozzato la testa, in cerca di tovaglioli di carta che assorbano la macchia, il tutto mentre assicura a Estelle che non c’è problema. E Frank… be’… Frank continua a mangiare.

Ricetta: Bignè con fragole e panna


Harry Potter e la pietra filosofale di J. K. Rowling con Gelatine tutti i gusti +1



Se il primo post che ho scritto parlava di una delle mie scrittrici preferite, per non dire forse LA mia scrittrice romance preferita, il secondo non potevo non dedicarlo a colei che mi ha fatto amare i libri: J. K. Rowling.

Era il lontano 2000 quando, per caso, sono incappata in questo volume che mi ha aperto gli occhi su un mondo nuovo ed affascinante chiamato lettura. La mia vicina di casa aveva ricevuto in regalo dallo zio tedesco Harry Potter e la Pietra Filosofale, che in Italia era ancora semi-sconosciuto (o almeno lo era per me) ma che all’estero contava tra le sue fila moltissimi fan sia tra i grandi che tra i più piccini. Ricordo che dopo averlo letto me lo passò.. e come potete immaginare è stato amore a prima vista!
Appena ho letto di lettere mandate da gufi, strane cicatrici a forma di saetta, incantesimi lanciati da maghi oscuri e viaggi su di scope volanti (per non parlare di negozi di dolci e strani pub, dove io potrei restare rinchiusa per sempre, credetemi!) ho capito che la vita non sarebbe stata più la stessa.
È inutile che vi ripeta la trama di Harry Potter, l’avrete letta centinaia se non migliaia di volte. Quello che voglio raccontarvi invece è il potere che la cara Joanne Kathleen Rowling ha avuto su di me.. a volte credo davvero che zia Jo abbia incantato tutti i libri di Harry Potter in modo da ammaliare gli ignari lettori, perché una volta iniziato questo viaggio non riesci più a smettere!! Il suo modo di scrivere è sublime, semplice e coinvolgente e il mondo che ha creato davvero stupefacente. Non conosco nessuno, ne adulti ne bambini che non vorrebbero, se non viverci, almeno fare una capatina tra le stanze e le aule di Hogwarts!! E leggendo Harry Potter mi sono sentita davvero parte di quel mondo quasi come se potesse essere più vero del mondo reale. Ho conosciuto insieme ad Harry un ragazzo con molti fratelli tutti rossicci sul treno il primo giorno di scuola; ho detestato a prima vista il professor Piton e Draco Malfoy; ho incontrato Hermione “che deve assolutamente rivedere le sue priorità” e sono diventata amica loro col passare del tempo. Ho cercato di scoprire chi fosse Nicholas Flamel nella biblioteca di Hogwarts; ho aperto le porte con l’ Alohomora e ho suonato la ninna nanna al cane a 3 teste di Hagrid Fuffi insieme a quel trio così particolare di ragazzini.

"Si portò alle labbra il flauto di Hagrid e cominciò a soffiarci dentro. Non era un vero e proprio motivo, eppure fin dalla prima nota le palpebre del cagnone cominciarono a socchiudersi. Harry suonava quasi senza riprendere fiato. Lentamente il brontolio cessò: il cane oscillò un poco sulle zampone e poi cadde in ginocchio. Alla fine scivolò a terra, profondamente addormentato.”

Sono anche atterrata su una soffice pianta.

 “‘State fermi!’ ordinò lei. ‘Io lo so che cos'è questa: è il tranello del Diavolo!’ ‘Oh, ma quanto sono contento che sappiamo come si chiama: è davvero molto utile!’ fece Ron in tono sarcastico, inclinandosi all'indietro nel tentativo di evitare che la pianta gli si avvinghiasse al collo.”

Dopo di che ho volato con la scopa per inseguire la chiave e ho giocato a scacchi magici con Ron. Ho poi scoperto quale pozione mi avrebbe fatto passare attraverso le fiamme nere, e quale attraverso quelle viola insieme ad Hermione.

  “Due tra di noi vi aiutano, usate la destrezza Una sola, di sette, vi lascerà avanzare Se un'altra ne berrete, vi farebbe arretrare Due son piene soltanto di nettare d'ortica Tre, assassine, s'apprestano alla loro fatica. Scegliete o resterete per sempre tra i supplizi. Per aiutarvi a scegliere, vi diamo quattro indizi: Primo, seppur subdolamente il velen non si svela, Il vino delle ortiche alla sinistra cela; Secondo, differenti sono quelle agli estremi Ma per andare avanti rimangono problemi; Terzo, come vedete, non ve n'è una uguale Sol di nana e gigante il vin non è letale; Quarto, la seconda a dritta e la seconda a sinistra Sono gemelle al gusto, ma diverse alla vista.”

 Ed in fine ho combattuto con Harry contro il temuto lord Voldemort. Si, proprio Tu-Sai-Chi. Miseriaccia!!!

“Raptor alzò la mano per eseguire un sortilegio mortale, ma Harry, istintivamente, gli afferrò la faccia... ‘Aaaaaaahhhhhh!’ Raptor gli rotolò via di dosso, e questa volta anche il volto gli si era coperto di vesciche.”   

 Ho anche pianto nei momenti tristi, mi sono arrabbiata per le ingiustizie e ho riso per gli scherzi dei gemelli Wesley, e soprattutto, mi piace pensare che sia cresciuta e maturata insieme a loro. Ho amato e amerò per sempre Harry Potter, un libro che parla di amicizia, lealtà, altruismo e della lotta del bene contro il male. Sicuramente lo leggerò ai miei figli e spero che come me si innamorino di queste semplici parole scritte in nero su dei fogli bianchi che hanno il potere di trasportarti in mondi meravigliosi tutti da esplorare. Come avrete ben capito una delle cose che mi sono piaciute di più di questo libro è l’enorme quantità di cibo che gira tra le pagine, sono rimasta incantata tanto quanto Harry al primo banchetto nella sala grande di Hogwarts!!

“Harry rimase a bocca aperta. Di colpo, i piatti davanti a lui erano pieni zeppi di pietanze. Non aveva mai visto tante cose buone tutte insieme su un solo tavolo: roast beef, pollo arrosto, braciole di maiale e di agnello, salsicce, bacon e bistecche, patate lesse, patate arrosto, patatine fritte, Yorkshire pudding, piselli, carote, ragù, salsa ketchup e, per qualche strana ragione, dolci alla menta.”
Warner Bros. Studio Tour London

La ricetta: Gelatine Tuttigusti +1

Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen con Focaccine Dolci per il Tè.



E’ verità universalmente riconosciuta che…” pensando al libro Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen vengano in mente merletti, corteggiamenti e.. tè. Magari serviti tutti insieme!

Per il primo post non potevo non scegliere uno dei miei libri preferiti. La trama gira intorno alle avventure e disavventure (per lo più amorose) della famiglia Bennet. In special modo la storia è incentrata su Jane ed Elizabeth. La primogenita, bellissima e dolcissima si innamora a prima vista del ricco e cortese Charles Bingley.
“Scapolo, si capisce. Un giovanotto con un bel patrimonio; quattro o cinquemila sterline all’anno”
Il loro amore è però contrastato prima dalle sorelle di lui, poi dal signor Darcy che giudica la famiglia di Jane troppo modesta e soprattutto imbarazzante. Elizabeth tra pretendenti e proposte di matrimonio sceglie, dopo l’odio iniziale, di vivere per sempre felice e contenta (speriamo) con l’algido e un po’ scorbutico Mr. Darcy, che nota subito Lizzy ma combatte la sua infatuazione per colpa della classe sociale inferiore di lei e del comportamento sconsiderato e superficiale delle sorelle minori e della madre.
“.. il signor Darcy attrasse di colpo l’attenzione di tutta la sala per il suo personale alto e slanciato, i bei lineamenti, il nobile portamento e per la rendita di diecimila sterline all’anno , informazione che cinque minuti dopo il suo ingresso era già diffusa tra tutti.”
Personalmente non posso non condividere la scelta di Lizzy. Chi può resistere al fascino tenebroso e anche un po’ altezzoso di Darcy?

Ma in questo libro non troviamo solo l’amore, anche se la fa da padrone, ma storie di vita quotidiana, di convenienza e tradimenti come Wickham che prima seduce la quindicenne Georgiana Darcy, poi ci prova con Lizzy ed in fine fugge con Lydia per poi sposarla grazie ai soldi offerti molto generosamente dal signor Darcy. Anche il cinismo e la rassegnazione sono temi cari al libro, un esempio? La storia della povera Charlotte Lucas, la migliore amica di Elizabeth che a 27 anni pur di evitare di essere un peso per la sua famiglia e convinta che non incontrerà mai il vero amore decide di sposare il goffo e grottesco Mr. Collins.

Naturalmente c’è spazio anche per l’orgoglio in special modo quello di Mr. Darcy e il pregiudizio che Elizabeth ha nei confronti di quest’ultimo.

Nel libro incontriamo un’infinità diverse di personaggi ma il mio preferito è e resterà sempre Mr. Darcy. Sarà per il suo fascino? Per la bellezza? Per la lealtà nei confronti dei suoi amici? Per la dichiarazione che fa ad Elizabeth? Si, assolutamente si, per tutti questi motivi ed anche di più!
Donne, diciamocelo, chi non sceglierebbe di passare una vita intera con uno come lui? Perché sappiamo bene che gli uomini un po’ stronzetti ci piacciono di più.. ahimè purtroppo è così, non possiamo farci nulla! E poi chi non vorrebbe sentire le parole che Darcy dice ad Lizzy:
“Ho lottato invano. Non ci riesco. Non posso reprimere il mio sentimento. Deve permettermi di dirle con quanta passione la ammiro e la amo.”
Lui confessa che la ama nonostante le avversità e le aspettative della sua famiglia e che a discapito di tutti gli sforzi che ha fatto non riesce proprio a non ammirarla. E malgrado Elizabeth lo rifiuti, poco garbatamente aggiungerei (anche se in quel momento credeva di fare la cosa giusta) lui continua ad amarla, risolve le cose tra Jane e Bingley e trova Lydia quando ogni speranza era ormai perduta e tutto per amor suo.

O. Mio. Dio. Non vedete i miei occhi a cuoricino? 
Guardate meglio!!

Ma la Austen in questo libro ha dato il meglio di se, secondo il mio modesto parere, nel caratterizzare i personaggi, per così dire “negativi”. E di personalità odiose ce ne sono fin troppe in orgoglio e pregiudizio.

La prima è Lydia, sfacciata ed arrogante.. per non parlare delle sorelle altezzose di Bingley o della stessa signora Bennet.
“Era una donna di intelligenza modesta. Di scarsa istruzione e di carattere incerto. Quando era scontenta si metteva in testa d’essere nervosa. Lo scopo della sua vita era trovare marito alle sue figliuole, il suo svago le visite e il raccattar chiacchiere.”
Ma la peggiore di tutti è senza dubbio Sua Signoria Lady Catherine de Bourgh, pomposa oltre ogni immaginazione.
”Lady Catherine era alta e grossa, di lineamenti fortemente marcati, che una volta potevano essere stati belli. Il suo aspetto non era affabile ne il suo modo di ricevere i visitatori era stato tale da far loro dimenticare la loro inferiorità di rango. “
Una donna che non ha ne bellezza ne particolari capacità o doti, ma solo soldi; ok tanti soldi! e per questo crede di aver il diritto di giudicare tutti e tutto e dare consigli non richiesti in continuazione. 
Ecco, appunto: O D I O S A!

Sembra anche che la Austen, sia in orgoglio e pregiudizio che in tutti i suoi libri, voglia metterci in guardia verso quelle persone che a primo impatto sembrano troppo simpatiche. In questo caso Wickham che si finge oltraggiato e tradito dal comportamento di Darcy, che invece, scopriamo poi dalla missiva che lui da ad Elizabeth, ha fatto tutto quello che andava fatto.

Questa è un’altra cosa che adoro dei libri di Jane Austen: lei da la possibilità ai protagonisti di chiarirsi e spiegarsi tramite una lettera, cosa che trovo davvero molto romantica
Uff… Che nostalgia delle letterine d’amore scritte a mano, altro che e mail!!! 
Concludo citando una frase tratta dal film “Il club di Jane Austen” (che consiglio, è davvero molto carino):
“Non va mai sottovalutato il potenziale di una lettera ben scritta.”
Il Club di Jane Austen

Il libro in oltre riesce a dare un quadro dell’epoca, dei costumi, dei riti e dei comportamenti della società della provincia inglese della fine del diciottesimo secolo.

Ebbene, non posso che invitarvi a leggere questo splendido capolavoro scritto dalle sapienti, ironiche ed innovative mani di Jane Austen pubblicato all'inizio dell’800 ma che resta comunque molto attuale, magari mentre siete in giardino con una tazza di tè e qualche focaccina dolce!

La ricetta: Focaccine dolci per il tè.