Google+ Dolci tra le righe: La Strada Per Virgin River di Robyn Carr con Apple Pie

22 marzo 2014

La Strada Per Virgin River di Robyn Carr con Apple Pie




 Se le storie romantiche a lieto fine sono il vostro forte, La Strada Per Virgin River di Robyn Carr è quello che fa per voi!
 Primo di una lunga serie - in Italia siamo a quota 18 - parla di una giovane donna, Mel, che dopo la morte del marito Mark, coinvolto in una rapina mentre tornava a casa dal lavoro, decide di lasciare la caotica Los Angeles per terre più tranquille.

 Infermiera specializzata e ostetrica, decide di accettare il lavoro di assistente medico di un  paesino di montagna. Ma quando arriva a destinazione, niente è come le è stato promesso, a partire dal bellissimo chalet che doveva ospitarla, che si rivela essere un rudere che cade letteralmente a pezzi.
“Non era affatto un adorabile chalet. Era una capanna dal tetto aguzzo, con una veranda che però sembrava attaccata al corpo principale solo da un lato. L’altro era in parte crollato e appariva pericolante. Le assicelle di legno che ricoprivano i muri erano scurite dalle intemperie e dagli anni e una finestra era tappata da assi inchiodate. Non c’era luce all'interno né all'esterno, e nessun invitante pennacchio di fumo usciva dal comignolo.”
 Il burbero dottore in oltre, la snobba apertamente dichiarando più volte di non avere affatto bisogni di un’assistente, trattandola male e in modo rude.
 Insomma, la graziosa cittadina, la vita tranquilla e il lavoro onesto, non sono quello che le era stato promesso.
“Lungo la strada Mel contò una dozzina di case, tutte vecchie e in cattivo stato. «E dov'è la scuola?» domandò. «Quale scuola?» «Quella delle foto che mi ha mandato.» «Non capisco di che cosa parla. Qui non abbiamo una scuola, non ancora.» «Dio del cielo...» gemette Mel. La strada era abbastanza ampia, ma deserta e priva di lampioni. La signora McCrea doveva aver rovistato tra i vecchi album per pescare le foto, o forse le aveva scattate in qualche altro posto.”
 Mel delusa decide di ripartire e di raggiungere la sorella a Colorado Springs, dove spera di guarire le ferite del cuore.
 Ma un imprevisto la trattiene a Virgin River e tra parti in casa, neo mamme impaurite e qualche taglio da ricucire, passano le settimane e Melania alla fine decide di dare una possibilità alla città ma soprattutto a Jack, ex marines e proprietario dell’unico locale del paese, che si trova difronte alla clinica medica.

 Il libro è molto scorrevole e ben scritto. Ho adorato Mel, una donna ferita ma anche forte e caparbia, in grado di rialzarsi, anche se a fatica.

 Ma la descrizione dei posti forse è quello che mi è piaciuto di più. Robyn Carr con le sue parole è capace di rendere il lettore parte dei luoghi del libro.
 I personaggi di contorno poi sono ben caratterizzati. Infatti La strada per Virgin River non è incentrata esclusivamente su Mel e Jack, ma ci parla anche degli abitanti del paese, che poi rincontreremo nei libri seguenti.

 Ho apprezzato molto anche il tema trattato nelle pagine dedicate a Ricky e Liz, sull'amore e sul sesso tra adolescenti e non vedo l’ora di scoprire come finirà la loro storia.

Bellissima e commovente, la scena dove Mel sfoga il dolore per la morte di Mark, sotto una pioggia scrosciante con Jack che la sostiene e la aiuta. Lacrime a volontà!
“Il pianto l’aveva afferrata e travolta, come una marea, e le sue gambe stavano cedendo. Jack insinuò le braccia sotto quelle di lei e la tenne in piedi, mentre la pioggia cadeva e li inzuppava. «Oh Dio, Dio, Dio» gridava lei. «Dio, Dio!» «Sì» sussurrò lui. «Va bene così. Sfogati. Butta tutto fuori.» «Perché, perché?» ululò Mel ansimando. Il suo corpo tremava e sussultava, scosso dal pianto.”
 L'unico "difetto" se così lo si può chiamare, è riconducibile a Jack. Non che sia un personaggio negativo, assolutamente, anzi è tutto l'opposto. L'ho trovato un po troppo idealizzato: è comprensivo in ogni occasione, dolce e amorevole, non si arrabbia, non perde la pazienza. E' semplicemente troppo perfetto.
 Soprattutto in confronto al personaggio di Mel, che con le sue incertezze, l'elaborazione del lutto, la paura per il futuro, è molto più reale e veritiero.

 Forse sono io che ho poca fiducia nell'umanità. Oppure devo trasferirmi a Virgin River per trovare un uomo così. Dicono che lì l'acqua è davvero buona!

 Il 6 dicembre uscirà su Netflix la prima stagione della serie Virgin River tratta dal romanzo. Vi lascio il trailer. Io non vedo l'ora!!



La ricetta: Apple pie o Torta di mele Americana


Jack mise su un piatto una fetta della famosa torta di mele di Preacher, la coprì con la pellicola trasparente e uscì.
Non so se sono riuscita a trovare proprio la ricetta di Preacher, ma vi assicuro che questa che vi mostrerò è davvero ottima.

 L' Apple pie è un po diversa dalla classica torta di mele italiana, o comunque da quella che sono abituata a fare di solito. In genere si usa un impasto simile a quello di un pan di spagna, con l'aggiunta di mele.
 Nella versione americana invece, le mele sono racchiuse da due strati di pasta croccante. La frutta in oltre, è spesso aromatizzate alla cannella.


Ingredienti:
Per la base
• Farina 00, 300 g
• Burro, 150 g
• Acqua ghiacciata, 50 ml
• Sale, un pizzico

 Per il ripieno
• Mele renette, 6
• Zucchero, 190 g
• Burro, 50 g
• Noce moscata, un pizzico
• Cannella, 2 cucchiaini
• Succo di mezzo limone

 Per spennellare
• Uovo, 1
• Zucchero di canna, q.b.

 Per prima cosa preparate la base unendo la farina, il burro freddo, il sale e l’acqua (mi raccomando ben fredda). Impastate tutto e formate una palla che metterete in frigorifero coperta con pellicola trasparente, per almeno 30 minuti.
 [Per fare questa operazione è consigliabile usare un robot da cucina con le lame di metallo. L’impasto risulterà granuloso in un primo momento, ma basterà toglierlo dal robot e impastarlo leggermente con le mani e vedrete che otterrete una pasta liscia, simile alla frolla per crostate.]

 Mentre la base è in frigo preparate le mele: sbucciatele, fatele a pezzetti e mettetele in una ciotola, aggiungete poi lo zucchero, il succo di limone e la cannella (volendo potete aumentare le dosi della cannella e aggiungere anche un pizzico di noce moscata).
Mescolate bene e trasferite il tutto in una padella. Fate cuocere le mele per circa 20 minuti in modo che si asciughino. [Se volete saltare questo passaggio, aggiungete alle mele 2 cucchiai di farina prima di metterle nella torta].

 Togliete l’impasto dal frigorifero, prendetene un po’ più di metà e stendetelo. Questa sarà la base della torta. Con la sfoglia che avrete fatto, andate a ricoprire uno stampo rotondo di circa 26 cm che avrete imburrato ed infarinato precedentemente. Ora mettete le mele intiepidite sopra alla base, aggiungete i 50 g di burro mettendoli a fiocchetti sparsi sulle frutta. Con la restante pasta fate un’altra sfoglia che servirà per ricoprire la torta. Chiudete  bene la pasta unendo la base alla sfoglia messa come "coperchio" sopra le mele aiutandovi con una forchetta.

 Fate come lei insomma!




Ora incidete la torta in modo che la pasta non si gonfi troppo in forno. Spennellate la superficie con l’uovo che avrete sbattuto e spolverizzatela di zucchero.

 La cottura è un po’ particolare, si svolge in 3 tempi: i primi 20 minuti dovrà cuocere a 200°, poi abbassate il forno a 180° e fatela cuocere altri 20 minuti, poi abbassate ulteriormente il forno a 160° e fate cuocere altri 20 minuti. Sentirete che bontà!

 Potete servire la torta con una pallina di gelato.
 Buon appetito!!

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